È il 31 agosto del 1870: è passato un decennio dall'unificazione dell'Italia e pochi mesi dall'inizio del Concilio Vaticano I. Vincenzo D'alò, ceramista di Grottaglie, città patria delle ceramiche, si sposta verso il brindisino partecipando a fiere e mercati. In particolare è presente a Ostuni, la 'Città Bianca' di Puglia, dove la domenica e nei giorni di sagre e festività, mostra e vende i propri manufatti in quella piazza delle ceramiche (in vernacolo ostunese "chiazza de li cotime"), sulla quale in precedenza si ergeva il monastero consacrato a san Domenico. La vendita delle sue ceramiche e terrecotte artigianali procede tanto bene che decide di cercare una sistemazione stabile per la sua attività: nella piazza dove vende le ceramiche, parte di un frantoio ipogeo e in seguito adibita a stalla da un veterinario. Vincenzo D'Alò decide, quindi, che sarà quella la sede della sua attività. Di lì a poco si trasferisce a Ostuni con la famiglia per commerciare in quel locale, rendendolo punto di riferimento della vendita delle ceramiche e terrecotte in tutta la zona. Da allora, tramandandosi esperienza e passione, si sono succedute ben quattro generazioni che propongono ceramiche artistiche e tradizionali, provenienti esclusivamente dalla Puglia.